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BULLISMO e CYBERBULLISMO

COS'è IL BULLISMO?

Il bullismo è un atto di violenza, un atto di oppressione psicologica o fisica ripetuta e continua nel tempo, perpetrata da una persona – o da un gruppo di persone – nei confronti di una altra, percepita come più debole.

Per poter parlare di bullismo devono essere presenti questi aspetti:

· L’INTENZIONALITÀ vale a dire la volontà da parte del bullo di offendere o far sentire a disagio la vittima

·la PERSISTENZA NEL TEMPO, si devono verificare più episodi, non è sufficiente un unico episodio di violenza per poter parlare di bullismo

· l’ASIMMETRIA DELLA RELAZIONE cioè una disuguaglianza di forza fisica, di età e di potere, pertanto il bullo domina e prevarica la vittima che subisce e si sottomette.

Il bullismo può assumere diverse forme:

· Il bullismo diretto FISICO consiste nel picchiare, prendere a pugni, calci, schiaffi, spingere, tirare i capelli, rubare o commettere atti di vandalismo nei confronti degli oggetti della vittima;

·Il bullismo diretto VERBALE si verifica quando la vittima viene insultata, presa in giro, minacciata, offesa;

· Il bullismo indiretto o bullismo PSICOLOGICO in cui la vittima viene esclusa, isolata, calunniata con l’uso di pettegolezzi e maldicenze.

I LUOGHI

I Luoghi in cui più spesso avvengono questi atti di violenza sono le aule di scuola, i corridoi, i bagni, la palestra o sul pullman durante il tragitto casa-scuola e scuola-casa. Luoghi, insomma, in cui c’è poco controllo.

QUALI SONO I SEGNALI

È sempre bene osservare i propri figli in modo da cogliere ogni CAMBIAMENTO di umore o di comportamento. Ogni persona è un universo a sé stante e avrà un proprio modo di manifestare disagio o sofferenza. Se si nota, per esempio:

  • un progressivo rifiuto di andare a scuola o tendenza all’isolamento e all’evitamento di eventi collettivi come feste o gite o lavori di gruppo;

  • comparsa di mal di pancia, mal di testa, nausea, non riconducibili a cause organiche e quindi di origine somatica;

  • persistente tristezza e mancanza di interesse per le attività che prima invece rappresentavano fonte di piacere;

  • enuresi notturna (soprattutto nel caso di bambini);

  • calo del rendimento scolastico.

Corridoio della scuola
Imparare a pattinare

COSA FARE E COSA NON FARE

FAVORIRE IL DIALOGO con il proprio figlio, affinché non si chiuda in sé stesso, nella convinzione che non ci sia nulla da fare, che non ci sia niente che possa cambiare la situazione, che non si senta solo.

ATTIVARE LE RETI coinvolgendo le insegnanti, il personale ATA, gli altri genitori e lo sportello “ascolto” della scuola che provvederà ad attivare degli interventi mirati attuati da professionisti del campo.

NON MINIMIZZARE il problema dicendo frasi del tipo: “sono cose normali a quest’età!”, “lo aiuterà a crescere/a diventare più forte!”

CYBERBULLISMO

La LEGGE 29 maggio 2017, n. 71, ci viene in aiuto nella definizione di questo genere di reato, stabilendo che "per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identita', alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, - attraverso social network come facebook, instagram, whatsapp, snapchat e altri - nonche' la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu' componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso,o la loro messa in ridicolo"

Differenza fondamentale tra bullismo e cyberbullismo

Nel bullismo tra i banchi di scuola, il bullo, colui che mette in atto l’abuso fisico, verbale o psicologico che sia, è riconoscibile, identificabile. Agisce per così dire a volto scoperto e per tanto può essere individuato ed essere messo di fronte alle conseguenze delle proprie azioni.

Nel Cyberbullismo, invece, colui che perpetra l’abuso, non è identificabile, potrebbe essere chiunque. I profili social da cui vengono inviati i commenti aggressivi e violenti potrebbero essere gestiti da qualunque persona abbia accesso a quell’account, un singolo, un gruppo. Questa mancanza di identità favorisce il senso di IMPUNITÀ. Inoltre, l’impossibilità di vedere con i propri occhi la reazione della vittima contribuisce altresì alla assoluta estraneità rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.

alzando le mani

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